Attualità e Politica

Bari/ Sull’insidia delle mafie contro gli Amministratori Locali. Ieri l’incontro del Sindaco della Città di Bari con “Avviso Pubblico” nella Sala del Consiglio Comunale

IMG_3651Legalità innanzitutto e niente mafie. E’ la preoccupazione emersa e ricacciata dalla XVI Edizione della Carovana Internazionale Antimafia.

Ieri, 9 Aprile parte con la tappa del Consiglio Comunale di Bari. A curare l’evento alla presenza del Sindaco Michele Emiliano coordinatore regionale dell’associazione “Avviso Pubblico”.

Giù le mani dagli amministratori locali, lo hanno ribadito Michele Geronimo sindaco di Toritto, Michele Abbaticchio sindaco di Bitonto, Antonello Consas sindaco di Pioltello (Mi) e Paolo Paticchio assessore di Castrignano de’ Greci intervenuti all’evento. Il grido d’allarme è stato applaudito dai presenti a Palazzo di Città che si sono stretti intorno ai rappresentati delle associazioni intervenute tra cui Libera, rappresentata dal referente regionale Alessandro Cobianchi.

Gli interventi di respingimento delle azioni mafiose sono urgenti per le recenti vicende di Toritto e di Modugno perpetrate contro gli amministratori locali e loro parenti.

“Esiste da molto tempo la percezione di una sostanziale solitudine, – ha dichiarato infine Michele Emiliano – da parte non solo dei sindaci e di coloro che si assumono le responsabilità istituzionali”.

Il primo cittadino ha poi continuato spiegando che da venti anni l’ordine pubblico è oggetto dei discorsi dei politici che spesso toccano le paure dei cittadini minimizzando l’impegno istituzionale contro il crimine. Partita dalla quale – ha detto – i sindaci sono esclusi dalle leggi vigenti.

“Se un amministratore – ha proseguito – è solo, se non è supportato dai cittadini e dalla comunità politica, è più facile da colpire. ‘Avviso pubblico’ svolge un ruolo prezioso, aiutando gli amministratori a costruire relazioni e a individuare soluzioni ai problemi, ma è chiaro che tocca a noi sostenere queste attività e parteciparvi attraverso un’assunzione di responsabilità collettiva. Ad esempio, lo scioglimento dei consigli comunali per infiltrazioni mafiose non è più un’esclusiva del sud, se lo è mai stato, e ho riscontrato personalmente la difficoltà, anche da parte di amministratori per bene, in Calabria come in Lombardia, di chiamare le cose col loro nome, di affermare che gli eventi accaduti nelle loro città si chiamano, semplicemente, ‘ndrangheta. Non dobbiamo tornare indietro.

Ci è voluto il sangue dei martiri dell’antimafia per ottenere il diritto di chiamare le cose col loro nome, e oggi quel diritto sembra nuovamente in discussione. Se le cose non cambieranno, potrebbe succedere qualcosa di irreparabile”.

Antonio Conte

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